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martedì 23 settembre 2008

Le Terme di Acqui (AL)

A segnare la fortuna di Acqui Terme (Via XX Settembre 5, Acqui Terme, Alessandria )quindi, furono le sue acque termali la cui importanza dipende dalle loro caratteristiche chimico-fisiche. Si tratta di un’acqua salso-bromo-iodica che, legata alle caratteristiche del fango, è ricca di proprietà terapeutiche indica-te soprattutto per la cura delle malattie reumatiche, respiratorie e articolari senza dimenticare quelle medico-esteti-che per il corpo ed il viso. Il territorio è ricco di sorgenti più o meno calde ma quelle principali sono sicuramente la fonte in piazza della Bollente che ha una temperatura di 75° C.
Gran parte dell’acqua di questa fonte viene utilizzata per le cure dello stabilimento centrale delle “Nuove Terme” realizzato tra il 1870 e il 1880. Altre fonti si trovano nella parte della città oltre il fiume Bormida denominata “zona Bagni”. Qui diverse sorgenti che hanno una temperatura di 50° C. danno vita al piccolo lago delle “Antiche Terme” insieme ad una fonte fredda denominata “Acqua Marcia”.


I lavori per lo sviluppo termale in questa zona ebbero inizio già nel 1480 con il Cardinale Teodoro fratello del Marchese di Monferrato. Il periodo di maggiore sviluppo si ebbe però durante il XVI secolo tanto da divenire più importanti di quelle cittadine. Nel 1687 dopo una, rovinosa frana del monte Stregone gli stabilimenti furono riedificati su commissione del Duca di Mantova dando vita al complesso termale delle “Antiche Terme”. La struttura progettata dall’architetto casalese Giovanni Battista Scapitta organizzata attorno al lago delle fonti termali, fu realizzata seguendo ca-ratteristiche architettoniche innovative per l’epoca. A fine ’700 fu poi realizzato lo stabilimento militare mentre nel 1847, per permettere a chiunque di usufruire delle terme, fu realizzato per volontà di Carlo Alberto l’albergo dei Poveri.



Sempre per volontà del re fu costruito il ponte che ancora oggi lega la zona termale delle Antiche Terme con la zona termale cittadina delle Nuove Terme. Attualmente gli stabilimenti in zona Bagni sono costituiti dal comples-so “Regina” comprendente reparto cure e albergo, mentre lo stabilimento “Antiche Terme” è oggetto di studio per una imminente ristrutturazione, così come tutta l’area circostante dove pren-derà corpo entro il prossimo anno, una nuova piscina termale. Per quanto riguarda il complesso centrale delle “Nuove Terme” sono oggi utilizzabili i reparti per le cure mentre l’albergo è in via di ristrutturazione.
L’acque termali di Acqui Termei, cioè la fonte “Bollente”, quelle del “Lago delle sorgenti” e quella dell’ “Acqua marcia”, sono precipitate come pioggia e neve sulle dorsali appenniniche che separano il torrente Orba dall’Erro, ad un’altezza media di circa 800 metri, probabilmente più di 1.500 o 2.000 anni fa.
Qui si pratica la fangoterapia è un trattamento terapeutico documentato in Acqui dagli inizi del XV secolo, anche se è prospettabile un suo utilizzo presso il “lago delle sorgenti”, in zona Bagni, ben più antico, stante la medioevale denominazione di tale sito come “ad fangas”.
In virtù della su efficacia, la fangobalneoterapia acquese ha da sempre costituito ragione di notorietà tra il pubblico dei curandi e quello medico-scientifico, e tuttora rappresenta, con le cure inalatorie, la serie di trattamenti più praticati dalla clientela che accede alla nostra stazione termale.
Relativamente alle indicazioni pertinenti la fangobalneoterapia al primo posto, cioè nell’80% o 90% dei casi, vi è l’artrosi primitiva e secondaria; seguono, distanziate: le sciatalgie e le brachialgie croniche, i postumi dolorosi cronici di traumi, alcune forme di reumatismo extraarticolare come le periartriti della spalla e dell’anca, le sindromi fibromilagiche e, in minor numero , le borsiti e le sinoviti croniche, le tendinopatie croniche, le sindromi canalicolari ( tunnel carpale ).
Possono essere oggetto di trattamento anche alcune forme di reumatismo infiammatorio cronico, come l’artrite reumatoide, l’artrite psoriasica, quella gottosa e la spondilite anchilosante, unicamente, però, quando il quadro flogistico è spento.
Per quanto concerne i risultati terapeutici della fangobalneoterapia questi sono distinguibili in rapporto al momento della loro espressione in effetti a breve termine o a medio-lungo termine.
I primi, manifesti già a fine ciclo di cura, sono di tipo antalgico, miorilassante, antifibrotico, (implicanti di conseguenza un miglioramento dell’articolarità ) e, inoltre, antinfiammatorio su flogosi croniche e di stimolo trofico su strutture articolari e periarticolari.
Gli effetti a lungo termine, invece, sono relativi alla prevenzione, nel corso degli 8-10 mesi seguenti la cura, delle riacutizzazioni e al rallentamento dell’evolutività nel tempo della forma degenerativa trattata, in genere dell’artrosi!!!

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