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mercoledì 18 marzo 2009

Watsu

Watsu (water-shiatsu) è la trasposizione in acqua dello Shiatsu, tradizionale tecnica orientale di lavoro corporeo che favorisce il benessere psicofisico utilizzando la pressione manuale sui punti dell'agopuntura.
Unendo insieme shiatsu e ambiente acquatico viene fuori una disciplina nuova, in grado di curare il corpo in maniera dolce, senza alcun tipo di stress.
La sensazione che si ottiene a fine seduta è quella di un corpo forte e allo stesso tempo allungato e rilassato.
Tutta la muscolatura scheletrica sarà tonica e la mente risulterà leggera e nello stesso tempo pronta alla concentrazione.
Il Watsu è nato negli anni ottanta in California, quando Harold Dull iniziò ad applicare tecniche proprie dello Shiatsu in acqua termale. Negli anni si è evoluto in una forma autonoma ed indipendente pur mantenendo, dello Shiatsu, alcune caratteristiche di base.
È stato introdotto in Italia nel 1989 al “Centro Studi per una Nascita Naturale” di Mestre (Venezia) dal Dott. Roberto Fraioli, quale strumento integrativo per gli operatori della nascita.
La diffusione del Watsu è ormai mondiale, vantando istituti di formazione e federazioni nazionali in tutti i continenti, che si mantengono in costante relazione tra loro e con la casa madre statunitense W.A.B.A. (Worldwide Aquatic Bodywork Association).
Viene praticato in una vasca la cui temperatura dell’acqua è fissata intorno a 34 gradi al fine di consentire il giusto relax, mentre la profondità massima è di circa 120 cm. L’operatore di Watsu è immerso in acqua insieme alla persona a cui sono rivolte le cure. La pratica di stiramenti e digitopressioni sono facilitate dal benefico effetto che l’acqua calda ha sul corpo umano.
Una delle applicazioni più efficaci del Watsu è quella sulle donne in gravidanza, poiché, grazie al sostegno dell'acqua, si consente di alleviare le tensioni dovute al nuovo stato fisico.
La sessione di Watsu viene guidata dall’operatore che viene detto watsuer.
Il rapporto tra watsuer e soggetto cui sono rivolte le cure è di uno ad uno: tramite il contatto delle mani e con l’utilizzo di movimenti dolci, il watsuer effettua il suo trattamento beneficiando del contatto con l’acqua che facilita il rilassamento di muscoli e articolazioni. L’obiettivo del Watsu è dunque quello di alleviare disturbi muscolo-scheletrici, respiratori o di altra natura agendo attraverso l’azione benefica che il massaggio acquatico ha a livello psico-fisico.
Il tutto al fine di attivare nel soggetto un processo di autoguarigione che inizia nella vasca, continua nelle ore seguenti e viene riattivato ad ogni successiva sessione.
Nella pratica del Watsu è fondamentale la figura dell’operatore qualificato. La formazione del watsuer è continua e prevede almeno 600 ore di studio con diverse sessioni di esame.

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